Con il termine disfagia si indica la difficoltà di deglutizione, il che comporta un tempo maggiore perché il cibo passi dalla bocca allo stomaco. Quando la disfagia risulta un disturbo costante, è necessario rivolgersi al proprio medico curante e iniziare una terapia adeguata.
È bene conoscere i sintomi della disfagia, in modo da individuare subito il disturbo e intervenire tempestivamente con le cure del caso. I sintomi più comuni sono:
– dolore durante la deglutizione;
– impossibilità a deglutire;
– sentire il cibo bloccato in gola o a livello dello sterno;
– aumento della salivazione;
– rigurgito;
– aumento della frequenza degli episodi di bruciore di stomaco;
– dimagrimento improvviso;
– tosse o conati di vomito nel momento in cui si tenta di deglutire.
La disfagia è un disturbo che può manifestarsi a qualsiasi età, anche se risulta più diffuso negli anziani, come spiega anche il National Health Service inglese. Anche i problemi di deglutizione variano a seconda dei casi e, proprio in base alle specifiche individuali del problema, deve essere pianificata la cura più adatta.
Le cause della disfagia possono essere molteplici; in generale, il disturbo è una conseguenza di altre patologie sottostanti, come malattie del sistema nervoso, quali ictus, traumi cranici, sclerosi multipla o demenza, cancro alla bocca o all’esofago, reflusso gastro-esofageo. Nei bambini, può derivare da disabilità nel normale sviluppo psicomotorio, tra cui la paralisi cerebrale.
Al pari delle cause, anche le complicazioni non devono essere sottovalutate. Uno dei maggiori rischi che corrono i pazienti disfagici consiste nella deviazione del percorso del cibo dalla bocca allo stomaco, provocando l’ostruzione delle vie aeree. Ciò, a propria volta, può causare infezioni toraciche – come la polmonite da aspirazione – che richiedono un trattamento immediato.
Chi soffre di disfagia ha molta difficoltà a mangiare e a bere, tanto che spesso riesce ad assumere solo una minima quantità dei nutrienti necessari e a idratarsi in modo inadeguato; proprio per questo il disturbo può portare rapidamente a una condizione di malnutrizione e disidratazione.
Una delle questioni più importanti riguardanti la disfagia è legata al cibo: cosa può mangiare un paziente disfagico? Per fornire una risposta esauriente bisogna considerare il grado di gravità del disturbo. Per le forme lievi è possibile intervenire chirurgicamente e inserire nell’esofago del paziente un palloncino (che poi verrà rimosso) per allargarlo; in questo caso il paziente può poi alimentarsi normalmente. Per i casi più gravi, invece, ci sono più opzioni:
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