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Alimenti “sintetici”: cosa sono e cosa sappiamo della carne e del formaggio “coltivati” in vitro

alimenti sintetici

È un argomento molto divisivo e sul quale c’è ancora parecchio da studiare, ma senza dubbio non si può ignorare: parliamo dell’avvento, ormai sempre più massiccio, degli alimenti sintetici, cioè quei cibi come carne o formaggio che non derivano da allevamenti, bensì dalla coltivazione in vitro di cellule staminali prelevate da animali senza provocarne la morte.

Come dicevamo, al momento ci sono pareri discordanti in merito agli alimenti definiti “sintetici”, ma proviamo a fare chiarezza, illustrando la filiera produttiva di questo cibo innovativo, i possibili vantaggi e svantaggi e le differenze con la carne “vera” e con i prodotti vegani derivati da componenti totalmente plant-based.

L’evoluzione nel tempo degli alimenti sintetici

Partendo dalla breve storia di questa industria, sappiamo che il primo alimento a essere coltivato in laboratorio è stata la carne agli inizi del terzo millennio, ma oggi gli scienziati stanno continuando a sperimentare anche altri prodotti, tra cui il formaggio, partendo dall’assunto che anche l’industria casearia abbia un altissimo impatto ambientale, oltre al fatto che provochi enorme sofferenza agli animali. In questo settore, spiccano l’azienda londinese Better Diary e quella francese Bel, attualmente impegnate nella produzione di formaggio “sintetico”.

Cosa sono davvero gli alimenti sintetici

Per provare ad analizzare correttamente questo fenomeno, per prima cosa è da notare che spesso viene utilizzato un tipo di comunicazione erronea e fuorviante per descrivere gli alimenti sintetici: vengono infatti attribuiti a questi prodotti aggettivi come “clonati”, “degenerati” o “Frankenstein”. 

In realtà, gli alimenti riprodotti in laboratorio non sono né clonati né tantomeno degenerati, anzi: per produrli, viene sfruttata una tecnica molto diffusa e apprezzata nel campo della medicina rigenerativa, cioè il prelievo delle cellule staminali e di tessuto dalla carne di animali (vivi e in buona salute, tramite una biopsia che non provoca dolore), le quali vengono coltivate in vitro e lavorate tramite apposite e avanzate tecnologie bio-ingegneristiche, che le fanno restare identiche dal punto di vista chimico e nutrizionale alla carne “normale”. Anche lo stesso aggettivo “sintetico” è in parte scorretto: meglio sarebbe infatti dire “coltivato”.

Impatto ambientale degli alimenti sintetici

Un altro fattore da considerare è quello legato all’impatto ambientale che la produzione degli alimenti da laboratorio ha sul nostro pianeta: ci sono diversi studi in corso, e naturalmente la forza dell’impatto dipende molto da quali fonti di energia vengono usate nella filiera. Ma è innegabile che il livello di emissioni di gas serra e il consumo di acqua possano essere davvero notevolmente inferiori nel caso degli alimenti sintetici rispetto all’allevamento tradizionale di bestiame. Inoltre, la produzione di carne in vitro non causa sofferenza né morte agli animali e non mina la biodiversità del pianeta Terra. Dunque, seppur ovviamente anche gli alimenti sintetici abbiano un loro impatto ambientale, esso è sicuramente inferiore a quello degli allevamenti tradizionali, argomento che da parecchio tempo sta suscitando preoccupazioni nelle Nazioni Unite in quanto tra le prime cause del riscaldamento globale e dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua (si veda l’articolo How Eating Less Meat Could Help Protect the Planet From Climate Change“. Time. Retrieved 5th December 2019).

Possibili prospettive future

Infine, un’ipotesi è quella che, attraverso la produzione in vitro di proteine animali, si possa nutrire una fetta molto maggiore di popolazione mondiale, risolvendo così almeno in parte il problema della malnutrizione e dell’assenza di cibo in alcune zone del pianeta. Al momento non vi sono certezze, anche perché attualmente il costo di produzione della carne coltivata è molto elevato, anche se potrebbe ragionevolmente abbassarsi in futuro. Alcuni studiosi, però, già affermano che da una sola cellula si potrebbero ottenere 10.000 chili di carne”, come evidenziato da Milena Gabanelli in questo Data Room.

Differenza tra alimenti sintetici e alternative vegetali

Per concludere, un appunto riguardo al mondo vegetariano e vegano: esistono da molto tempo ormai delle alternative vegetali a prodotti come carne e formaggi pensati per coloro che non vogliono, per le più diverse ragioni (etiche, ambientali, di salute, etc.), assumere proteine animali. Nei principali supermercati si trovano bevande vegetali come il latte d’avena o di riso, burger a base di legumi, “formaggi” derivati da olio di cocco o dagli anacardi e via dicendo.

Gli alimenti sintetici, invece, non fanno parte di questa categoria di prodotti, non sono dei sostituti plant-based a prodotti di origine animale: sono prodotti animali veri e propri, proprio perché derivati da cellule animali, il cui gusto e sapore sono tendenzialmente identici agli “originali”. Ciò che cambia è però la filiera produttiva e l’impatto che essa ha sugli animali e sul pianeta.

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