Blog di MedicAir Group

Cosa si intende con il termine biologico

Cosa si intende con il termine biologico

Sempre più persone in Italia scelgono di acquistare prodotti biologici. Tra le motivazioni l’idea che gli alimenti biologici possano essere più sani e nutritivi e che un’agricoltura biologica possa rivelarsi ecosostenibile nel tempo, contribuendo a proteggere l’ambiente in cui viviamo.

Se alcuni studi hanno smentito la prima ipotesi, dimostrando che non esistono differenze significative nell’apporto nutritivo di prodotti biologici e non, la seconda offre una reale opportunità di salvaguardia ambientale, sebbene i benefici diminuiscano nel tempo se si considera un’applicazione su larga scala.

Ma quali sono gli alimenti che possiamo davvero definire biologici? Facciamo un po’ di chiarezza approfondendo l’argomento e le normative che lo regolano per capire cosa si intende davvero con il termine biologico.

Quando un prodotto si può dire biologico

Alimenti biologici: cosa sono? Un prodotto alimentare di origine biologica può essere definito tale solo quando è stato realizzato con i princìpi della produzione organica: non deve e non può contenere quindi OGM (organismi geneticamente modificati) e sostanze chimiche di sintesi come pesticidi, insetticidi, sostanze diserbanti e concimi. 

Inoltre, il prodotto, se composto da più ingredienti, deve avere almeno il 95% di questi certificati biologici, mentre se realizzato con un unico ingrediente, deve essere biologico al 100%. Nel caso delle carni, devono provenire da animali nutriti esclusivamente con mangimi vegetali, prodotti con un modello biologico. 

Anche il metodo di produzione deve differenziarsi: è richiesto l’uso di una linea indipendente che eviti le possibili contaminazioni con alimenti non biologici.

Normativa e certificazioni degli alimenti biologici in Italia

La normativa prìncipe che regola il tema degli alimenti biologici in Italia è il decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF) del 18 luglio 2018 n. 6793, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 206 del 05/09/2018. 

All’interno di questo testo si trovano tutte le disposizioni relative alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti, con particolare riferimento alle regole valide per agricoltura e allevamento, le attività principali per mezzo delle quali oggi ricaviamo alimenti biologici. 

Il decreto si sofferma poi su:

– Produzione vegetale
– Produzione animale
– Prodotti trasformati
– Norme di conversione
– Norme di produzione eccezionale
– Etichettatura Controllo
– Trasmissione di informazioni alla Commissione europea.

Produzione vegetale

In relazione a questa produzione il decreto ministeriale fa due precisazioni:

– l’alternarsi nel tempo di coltivazioni di specie vegetali differenti sullo stesso terreno facilita la fertilità del suolo e la prevenzione da malattie; 

– nel caso di colture seminative, una stessa specie può essere coltivata sulla stessa superficie, solo dopo che si sono succeduti almeno due cicli di coltivazioni differenti, una delle quali destinata a leguminosa.

Il documento si sofferma anche sull’elenco dei fertilizzanti adatti in agricoltura biologica specificando che possono essere utilizzati:

– letame;
– letame essiccato e pollina;
– effluenti di allevamento compostati;
– effluenti liquidi di allevamento;
– digestati da biogas o con materiale di origine vegetale o animale 

Produzione animale

Questa sezione della normativa regolamenta tutte le possibilità di azione relative alla sfera della produzione animale, evidenziando:

– la necessità di privilegiare razze autoctone nell’apicoltura;
– la possibilità di inserire animali non biologici nel caso non siano sufficienti quelli di natura biologica;
– le condizioni climatiche avverse che possono minare gli alveari e la loro sopravvivenza e produzione.

Prodotti trasformati

Relativamente a questo tema, il decreto autorizza l’utilizzo di nitrito di sodio e nitrato di potassio per i processi di trasformazione dei prodotti a base di carne senza rendere necessaria nessuna dimostrazione da parte di chi intende utilizzarli.

Etichettatura

Il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali attribuisce ad ogni Organismo di controllo un codice da apporre sull’etichetta che certifica l’origine biologica dell’alimento. Il codice deve essere preceduto dalla scritta «Organismo di Controllo autorizzato dal MIPAAF» ed è composto da “IT” seguito dalla dicitura “BIO” seguito da un numero di 3 cifre attribuito dal Ministero. L’attribuzione di un codice da parte degli organismi di controllo a tutti gli operatori autorizzati permette poi di tracciare i prodotti in tutte le loro fasi, dalla produzione alla distribuzione. Nel caso di prodotti biologici preconfezionati deve essere riportato anche il nome dell’organizzazione che ha svolto la produzione o una delle fasi più recenti.

Che cos’è l’agricoltura biologica

Cosa significa quindi agricoltura biologica?

Anche se l’argomento è ampio, possiamo definire con questo termine un sistema di coltivazione e allevamento certificato che ammette solo l’utilizzo di sostanze naturali e privilegia un modello di produzione che evita lo sfruttamento intensivo di suolo, acqua, aria. Con il decreto MIPAAF si sono poi definite tutte le regole relative alle modalità di sviluppo di tale modello, necessarie a garantire l’autenticità di un alimento di provenienza biologica e a tutelare consumatore e operatori del settore.

Condividi
Tabella di conversione gas criogenici liquefatti

Seleziona il GAS, inserisci il valore, confermalo con invio e otterrai la conversione

O2 - Ossigeno
Sezione riservata agli operatori

Questa sezione del sito MedicAir è riservata ai soli operatori sanitari. I contenuti sono da considerarsi di natura puramente informativa e non pubblicitaria. Proseguendo, si dichiara di essere in possesso dei requisiti per la consultazione di informazioni tecniche, secondo le normative vigenti (Ministero della Salute, Linee Guida del 20 dicembre 2017).