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Additivi alimentari: cosa sono?

cosa sono gli additivi alimentari

Si sente spesso parlare di additivi alimentari, ma di che cosa si tratta esattamente?

Per capire cosa sono gli additivi alimentari, occorre innanzitutto riflettere sulla loro definizione. Come suggerisce il nome, infatti, gli additivi sono sostanze che vengono aggiunte ai cibi allo scopo di prolungarne la conservazione ma anche di preservarli da contaminazioni – per esempio da parte dei microbi – e dalla decomposizione, di migliorarne il sapore o la consistenza.

Additivi: cosa sono e come si classificano

Esistono diverse tipologie di additivi alimentari:

– conservanti, che hanno la funzione di rallentare la proliferazione dei microbi;

– antiossidanti, che impediscono ai cibi di diventare rancidi;

– coloranti, addensanti, dolcificanti, emulsionanti, esaltatori di sapidità fanno tutti parte dell’insieme degli additivi alimentari studiati per migliorare la consistenza e il gusto degli alimenti;

– antiagglomeranti: si utilizzano durante la lavorazione dei prodotti alimentari, allo scopo di facilitarla; non hanno invece funzioni particolari relativamente ai prodotti finali. 

All’interno dell’Unione Europea tutti gli additivi presenti negli alimenti vengono indicati in etichetta con un numero, preceduto dalla lettera E. Sull’etichetta deve anche essere riportata la funzione degli additivi utilizzati (per esempio, conservanti o coloranti) e la sostanza utilizzata, identificata tramite uno specifico numero o attraverso la sua denominazione, come può essere E145 o gomma di xantano.

È molto importante controllare con attenzione l’etichetta dei prodotti alimentari, perché alcune persone potrebbero essere allergiche a determinati additivi. In generale, gli additivi alimentari che si incontrano più di frequente sulle etichette dei cibi sono gli antiossidanti, i conservanti, i dolcificanti, gli stabilizzanti e gli emulsionanti.

Cosa sono gli additivi e quando servono

Una volta compreso cosa sono gli additivi alimentari, non resta che chiedersi se sono veramente necessari. Una domanda per la quale non esiste in realtà una risposta univoca, perché dipende dall’obiettivo finale che si intende ottenere. Vi sono tuttavia alimenti, come per esempio la pasta, l’olio di oliva o il miele, per i quali l’utilizzo di additivi è vietato, perché non esiste alcuna giustificazione dal punto di vista tecnologico per un loro eventuale impiego. In altri cibi, come il latte, la verdura o la frutta, può essere utilizzata solo una specifica gamma di additivi.

In generale, si può affermare che più un prodotto è lavorato e trasformato, maggiore sarà la quantità di additivi che contiene: dagli snack ai prodotti da forno, fino alle salse, leggendo l’etichetta di questi prodotti è facile trovare numerosi additivi.

È però importante sottolineare che non si tratta solo di sostanze sintetiche: è vero che molti additivi sono prodotti in laboratorio, ma è altrettanto vero che tanti altri sono di origine naturale o, pur essendo naturali, vengono modificati allo scopo di ottimizzare le loro proprietà. Tra gli additivi alimentari di origine naturale sono incluse sostanze dalle importanti proprietà nutritive, come la vitamina C, il licopene – naturalmente presente nei pomodori – o la pectina.

Gli additivi alimentari sono sicuri per la salute?

Tutti gli additivi aggiunti ai prodotti alimentari, quantomeno quelli che si trovano sui banchi dei supermercati nei Paesi membri dell’Unione Europea, subiscono un costante controllo di sicurezza, che in Europa spetta all’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare). Non mancano anche gli organi di controllo internazionali, quali la FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e per l’Agricoltura) e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Sulla base di una costante ricerca scientifica, la lista degli additivi alimentari permessi nei Paesi dell’UE viene costantemente aggiornata. Per esempio, è accaduto che un additivo comunemente utilizzato in passato come il biossido di titanio, identificato con la sigla E171 e impiegato come colorante per alimenti, sia stato depennato dalla lista degli additivi consentiti a seguito di uno studio dell’EFSA del 2021 che ne dimostrava la scarsa sicurezza per la salute. 

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