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La lotta allo spreco alimentare per garantire cibo di qualità a tutti

La lotta allo spreco alimentare

In un momento storico in cui l’attenzione nei confronti delle tematiche ambientali è particolarmente forte, le persone hanno iniziato a modificare – anche in modo radicale – le proprie abitudini, adottando comportamenti virtuosi per ridurre l’impatto ambientale, dall’aumento della raccolta differenziata all’utilizzo di veicoli a zero emissioni di CO2

La riduzione degli sprechi è diventata una necessità reale e, tra questi, una delle voci più importanti è rappresentata dallo spreco alimentare. In questo campo, purtroppo, i progressi da compiere sono ancora molti: secondo le stime, oltre la metà delle persone adulte, in tutto il mondo, è in sovrappeso e il 20% del cibo prodotto viene sprecato. Numeri impressionanti, che devono far riflettere per innescare un cambiamento concreto nelle abitudini di vita. Il rischio che si corre se non si cambia subito marcia, infatti, è molto alto: secondo un documento redatto dalla Commissione Europea, entro il 2050 consumeremo le risorse pari a tre pianeti, pur continuando a vivere su uno solo. 

Le ripercussioni dell’enorme spreco alimentare attuale non sono da sottovalutare: se da un lato buttare via il cibo significa consumare risorse naturali oltre ogni limite sopportabile dal nostro pianeta, dall’altro vuol dire anche gravare sul sistema sanitario. L’adozione di comportamenti alimentari sbagliati contribuisce infatti all’insorgenza di gravi patologie: se nell’Occidente industrializzato le scorrette abitudini alimentari comportano il dover combattere malattie come diabete, disturbi cardiovascolari, anoressia e bulimia, nei Paesi più poveri la malnutrizione causa una maggiore mortalità infantile, malattie legate alla mancata (o, comunque scarsa) assunzione dei nutrienti necessari all’organismo e una vita media più bassa. 

Un pianeta che cambia

Il tema dello spreco alimentare è legato a molti altri fattori che stanno cambiando il volto al nostro pianeta: i cambiamenti climatici, per esempio, stanno producendo sconvolgimenti mai accaduti in precedenza, come alluvioni, uragani o, per contro, lunghi periodi di siccità e un aumento degli incendi in molte aree del mondo, dovuti anche al preoccupante innalzamento delle temperature. 

All’interno di questo scenario, le risorse primarie rischiano di essere sempre più difficili da reperire, rendendo il cibo un privilegio per pochi: già oggi, il divario tra chi ha accesso a un’alimentazione adeguata e chi invece soffre di malnutrizione è molto ampio, contando ben 33 milioni di persone che non hanno un pasto di qualità nemmeno ogni due giorni. Per contro, quella occidentale si presenta come una società iper-alimentata ma poco nutrita, con milioni di persone che hanno sì la possibilità di mangiare quotidianamente, ma lo fanno male, sprecando cibo da una parte e non assumendo i nutrienti veramente importanti dall’altra, con tutte le conseguenze del caso sulla salute. 

La necessità di un cambiamento

Come fare per ridurre lo spreco alimentare e non arrivare, tra trent’anni, a un sovra sfruttamento delle risorse del pianeta? Una soluzione ci sarebbe e consiste nell’adozione di uno stile alimentare sostenibile. Ciò si traduce, per esempio, nel consumo di alimenti stagionali, nella riduzione della percentuale di carne e pesce all’interno della dieta (sostituibili con i legumi), nella promozione dell’economia circolare e, in particolare, di soluzioni innovative che permettono di trasformare i rifiuti organici in nuove risorse. 

L’obiettivo, quantomeno europeo, è di ridurre gli scarti alimentari del 50% entro il 2030. Un fine certamente ambizioso, ma non impossibile, soprattutto considerando che la maggior parte degli sprechi alimentari si trova proprio nell’ambito domestico: basterebbe dunque cambiare le proprie abitudini quotidiane per contribuire alla lotta contro lo spreco alimentare, un fenomeno che, oltre a essere legato alla questione del consumo eccessivo delle risorse del pianeta, ha anche un forte impatto sull’inquinamento. Si calcola infatti che, solo nell’Unione Europea, lo spreco alimentare comporti la produzione annua di circa 227 milioni di tonnellate di CO2, mentre a livello mondiale un miliardo di cibo sprecato equivale all’8% delle emissioni di gas inquinanti. 

 

Fonti

COM(2020) 98 final – Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Per un’Europa più pulita e più competitiva

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